Le attività sportive di Manono

“Manono è un’isola in un mare di foresta, le notizie raggiungono Manono ma le notizie di Manono raramente raggiungono il mondo esterno » Ben Rawlence “Radio Congo”

Riceviamo una telefonata da UNICEF: “Ciao, sappiamo che lavorate con il progetto Inter Campus e che gli allenatori dell’Inter sono venuti diverse volte in Congo per tenere dei corsi di formazione ad allenatori di Lubumbashi.

Secondo te ci sarebbe la possibilità di condividere la vostra formazione con gli allenatori di Manono, nel quadro delle nostre iniziative di educazione alla pace?” Rispondiamo si, senza esitazione.

Manono è una delle punte del Triangolo della Morte, nel corso degli ultimi anni i ribelli Mai Mai guidati dal sanguinario leader Gedeone hanno saccheggiato e ucciso centinaia di persone nei villaggi circostanti, con incursioni a Manono stessa, gettando nel panico centinaia di migliaia di famiglie, fuggite dai propri villaggi per cercare riparo in altri villaggi vicini, non sicuri e spesso le famiglie sono dovute fuggire più volte per sfuggire ai continui attacchi ribelli. Ma è una zona molto ricca di miniere: Tin, Coltan, litio, opportunamente sviluppata potrebbe far vivere in pace e ricchezza tutta la popolazione di questa parte della provincia del Katanga, sviluppando anche l’agricoltura in questa terra così fertile e ricca.

“Tutti gli apparecchi elettronici del mondo sono fatti con terra congolese” Balufu Cineasta congolese. Bertin e Jean, organizzatore e responsabile tecnico Inter Campus a Lubumbashi, partono per Manono su un bimotore operato dal Programma Alimentare Mondiale. Subito dopo l’atterraggio nella polverosa Manono si mettono al lavoro. Incontri con le autorità cittadine e con i rappresentanti delle scuole elementari della zona.

Con loro hanno moltissimo materiale tecnico: divise, dell’Inter ma non solo, palloni, coni, brochure formative e anche le Coppe per i vincitori del Torneo Interscolastico che dovrà seguire alla fine del corso di formazione. La tematica del corso è “Il calcio al servizio dell’educazione dei giovani” fatto da Inter Campus. Siamo in una zona difficile, lavoriamo con allenatori e bambine e bambini al di sotto dei 15 anni. Un’età di gioco per noi, ma in quella zona sono già estremamente adulti, dove gioco guerra e morte sono confusi e sovrapposti.

Lavoriamo per insegnare a bambini diversi fra loro, i cui genitori sono tutt’ora in guerra, che stare insieme in pace è importante per raggiungere un obbiettivo stabile, che il gioco è meglio della guerra. In quest’area il fenomeno dei bambini soldato è un grosso problema. Molti si arruolano volontariamente, perché vedono nella guerra la loro unica e ultima possibilità che hanno di affrancarsi, di essere riconosciuti. Durante la nostra formazione ci dicono che un villaggio a 30km da lì è stato attaccato.

Altri morti, altre persone fuggite, altri bambini che hanno messo una pietra sopra la loro adolescenza. Ma non possiamo fermarci. Ostinati continuiamo e terminiamo la nostra settimana di formazione. I trenta allenatori hanno dato vita così a 20 squadre di 20 differenti scuole, incluse quelle di fortuna formatisi all’interno dei campi profughi, per il più grosso torneo interscolastico da un decennio a questa parte, a cui parteciperanno 300 bambini.

Il regolamento è quello di un torneo Inter Campus, ove non è possibile raggiungere un risultato senza lavoro d’equipe, sportività, lealtà e rispetto dell’avversario e dei compagni. Al momento in cui scrivo il torneo è ancora in corso e terminerà solo a Maggio.

Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza Inter Campus, grazie quindi a tutta l’equipe nerazzurra per questa esperienza, che abbiamo potuto condividere con tutti i bambini di Manono.

Per maggiori informazioni sul conflitto e sulle ricchezze della zona clicca qui

- 582.000 rifugiati nella solo triangolo della morte a fine 2014 fonte Nazioni Unite


Articolo di Gabriele Salmi / 21 maggio 2015